"Quando mi è stato chiesto perché ritengo valida l’iscrizione all’AITO, l’unica parola che mi è venuta in mente è questa: l’appartenenza.
E’ l’Associazione dei Terapisti Occupazionali, è la mia associazione, è l’associazione di ciò che ho scelto di fare, di essere per il mio futuro, la mia scelta di vita.
Ho scelto di essere un TO, di fare TO, sapendo bene a cosa andavo incontro, alla lotta per l’affermazione, al lavoro di diffusione, alla ricerca della pazienza per spiegare cosa faccio tutti i giorni e perché.
Solo dopo ho scoperto l’esistenza di un organismo che fa tutto questo. In verità mi è occorso un po’ di tempo per capire gli ingranaggi di questa “grande famiglia allargata” (perché alla fine ci si conosce tutti o quasi), a vedere cosa c’è dietro le “sagre del pesce” (le discussioni interne, spesso animate come un mercato), le comunicazioni in ritardo, i convegni sempre troppo lontani o cari.
C’è dedizione, cura, determinazione, sacrificio e tanta tanta volontà.
Più volte mi sono chiesta, ma l’AITO che fa? “Non risponde alle mail, non mi aggiorna, non mi rende partecipe”. E riflettendo mi sono detta, l’AITO non è solo il consiglio, l’AITO sono io, l’AITO siamo noi, noi che vogliamo essere considerati, che vogliamo il nostro spazio, noi sempre pronti a lamentarci per la lentezza e la burocrazia".
I vantaggi visibili, tangibili che si hanno iscrivendosi all’associazione sono:
Oltre a ciò, che è solo la cresta di un iceberg ben più profondo, dietro le quinte, il consiglio si adopera anche per:
tante cose direi!
E magari ne sto anche dimenticando qualcuna!
Tornando alla domanda iniziale, perché iscriversi all’AITO, altro motivo potrebbe essere, perché siamo giovani, sulla carta svolgiamo una professione giovane, che ha bisogno delle attenzioni di un bimbo, mentre noi abbiamo le energie necessarie, anche se a volte ci scoraggiamo, per combattere e provare a migliorare le cose.
Molte sono le mancanze che sentiamo, spesso ci affidiamo al consiglio e perdiamo la pazienza, e allora proviamo a fare noi qualcosa di nuovo. Non aspettiamo che dall’alto ci dicano cosa fare, diamo loro aiuto, sostegno, stimoli, proposte, offriamo il nostro tempo e le nostre qualità, collaboriamo tutti, cosi che il carico sia minore per loro e lasci spazio alla soddisfazione di dire “io c’ero”, io ho contribuito, io ne faccio parte, una parte attiva, non limitata a un bonifico annuale, ma partecipativa, in modo che davvero l’AITO sia un’associazione, un incontro tra menti, tra colleghi, tra compagni, un luogo di scambio, di studio, di crescita personale e professionale.
Un detto africano dice: da soli si va veloci, insieme si va lontano.
E noi questo dobbiamo fare, scegliere accuratamente i nostri rappresentanti, sostenerli, renderci disponibili e collaborare, collaborare e collaborare.."
Una socia